SOS ungulati



Lo sapevate che ogni anno in Toscana si verificano oltre 700 incidenti stradali, di cui molti mortali, causati dagli ungulati? E che gli stessi ungulati mangiano i frutti, le foglie, le piante delle nostre coltivazioni, devastando, spesso in maniera irreparabile, le aree agricole della nostra regione? E che siamo la regione che per densità di ungulati è seconda solo all’Austria, che è la nazione europea a detenere il record: vale a dire che in Toscana sarebbero presenti (secondo le stime della Regione al 2016) oltre 450.000 capi, di cui 160.000 cinghiali, 178.000 caprioli, 110.000 daini, 4.500 cervi, 2.500 mufloni.

Probabilmente non lo sapevate, o almeno, molti di voi ne sono all’oscuro. Non per mancanza di curiosità ma perché questo problema (chiamarlo problema è quasi un eufemismo) non viene compreso più di tanto da chi fa informazione, preferendo raccontare altro del nostro territorio. In effetti, non è facile averne coscienza fino a che non si vive in maniera stabile nelle zone interessate e, soprattutto, non si svolga un’attività che si scontri col succitato problema. E comprendiamo anche chi, da amante degli animali, non riesca a considerare la presenza degli ungulati qualcosa che vada a devastare il lavoro di molti.

Eppure questi ungulati, i cinghiali, i caprioli, i daini, e tutti i loro cugini e parenti, non sono endemici di queste zone, non ci sono mai stati o almeno, quando ce n’erano, se ne stavano tranquilli rintanati nei boschi. Ora sono talmente tanti, ma talmente tanti, che hanno acquistato coraggio e in branchi si aggirano indisturbati (o almeno i tentativi di disturbarli non sortiscono fino in fondo gli effetti sperati) proprio tra i nostri campi, nelle vigne, negli uliveti e non si accontentano di circolare e basta, loro devastano. Scavano, fanno dei solchi che a caderci dentro si rischia la frattura dell’osso del collo, e mentre scavano, mangiano. I più golosi di grappoli di Sangiovese sono i caprioli! Quest’anno poi con la siccità, ricercavano proprio nell’uva l’idratazione che non riuscivano a procurarsi in maniera più classica.

Questo è un discorso che può sembrare al limite dell’ironico ma di fatto, la situazione è questa.

Tra i tanti tentativi per difendere le proprie vigne, la Barone Ricasoli quest’anno è stata capofila di un interessantissimo progetto attraverso il quale si intende scoraggiare l’avvicinamento degli animali con l’emissione di ultrasuoni: si tratta del Progetto Ultrarep. Il gruppo di lavoro, dopo il primo anno di sperimentazione, ha delineato un piano strategico che consentirà di introdurre la tecnologia ad ultrasuoni su scala interaziendale: i dispositivi sono collocati sul territorio, nei campi di più aziende agricole, in modo che, grazie ai segnali emessi, gli animali siano indotti ad allontanarsi seguendo quelli che in gergo tecnico si chiamano corridoi ecologici, percorsi obbligati in direzione di aree boschive o parchi naturali, così da evitare che possano semplicemente spostarsi nella vigna del vicino. Il maggior effetto registato è quello entro 40 metri dalla fonte di emissione degli ultrasuoni: a quella distanza, infatti, “i daini fuggono correndo veloci per decine di metri, senza voltarsi verso il dispositivo. I cinghiali si allontanano poi si fermano, rivolti verso il dispositivo, e nuovamente si allontanano”. Al di sopra dei 40 metri, si verificano vari comportamenti: gli animali smettono di mangiare e si rivolgono verso il dispositivo, poi si allontanano. Ma più aumenta la distanza, più l’animale tende a riprendere a mangiare.

Secondo Marco Mentessi, direttore di Confagricoltura Toscana, il sistema Ultrarep si conferma un valido alleato nella lotta agli ungulati anche se non si tratta della soluzione definitiva se non viene accompagnato da sistemi tradizionali, compresa la caccia, e da leggi che devono essere attuate concretamente ed essere in grado di aiutare le aziende.

Il bilancio del primo anno di sperimentazione intorno al Castello di Brolio è stato positivo, ma c’è ancora moltissimo da fare. Non siamo che agli inizi!

E c’è anche chi, con grande finezza e ironia, si inventa un video: un bellissimo modo per parlare e far parlare del problema ungulati. L’autore e il protagonista del filmato è Riccardo Lupino, 36 anni, proprietario dell’azienda La Formicola a Greve in Chianti, produttore di olio e ortaggi.
Bravo Riccardo, ma soprattutto #adottauncontadino