Torricella: la verticale



A inizio gennaio vi abbiamo annunciato la verticale a Roma del nostro storico Torricella, organizzata in collaborazione con AIS Lazio. La degustazione del 14 gennaio ha emozionato i presenti e svelato, come in un viaggio virtuale nella storia, la straordinaria capacità evolutiva della “anima bianca di Brolio”, attraverso 80 anni e tredici grandi annate. Oggi ne scopriamo cinque tra le più significative per il fascino degli aspetti che ciascuna ha evidenziato.

Partiamo dalla più vecchia, Torricella 1943, a base di uve bianche toscane, Malvasia Bianca Lunga e, in minor quantità, Trebbiano. Uno straordinario vino bianco di 79 anni che ha conquistato il cuore dei presenti a Roma, mostrando una preziosa longevità e che sembra aver raggiunto il suo apice di maturazione per avviarsi a vivere una nuova dimensione evolutiva. Il viaggio prosegue negli anni Cinquanta, per scoprire Torricella 1957, stesso uvaggio dell’annata ’43, che, dopo 65 anni di evoluzione, ha colpito per equilibrio e ottima qualità degli elementi aromatici. L’armonia di caratteristiche visive, olfattive e gustative ha fatto pensare a una vita ancora molto lunga ed emozionante per questo vino.

Negli anni Novanta si comincia a delineare un nuovo Torricella. Parallelamente al reimpianto del suo vigneto d’origine, cambia totalmente l’uvaggio scelto e si passa ad uno Chardonnay in purezza, mentre per vinificazione, fermentazione e maturazione si usano botti grandi per 9 mesi. Torricella 1995 mostra così eccellente giovinezza e freschezza in tutti gli aspetti. Passando agli anni Duemila, un’annata che ha particolarmente interessato i palati dei degustatori è stata la 2006, per la quale è cambiata la modalità di affinamento, con la scelta del legno piccolo che sa amplificare sentori e sapori terziari: Torricella 2006 sorprende con un finale lunghissimo di tensione in bocca che delinea un vino armonico con ottima evoluzione.

Il nostro viaggio si conclude ai giorni nostri con il Torricella 2019 – Chardonnay in purezza, fermentato in acciaio inox a temperatura controllata e che matura in seguito in tonneaux solo per il 20% di legno nuovo per 9 mesi. Ne deriva un colore giallo paglierino brillante, profumi intensi e complessi che riportano alla mente delicati fiori bianchi e gialli, scorza d’agrumi candita, pesca gialla, salvia, timo, nocciole e note di fumo. In bocca la pronunciata acidità invoglia l’assaggio, per finire con una percettibile salinità, sentori di fumo, ancora nocciole, noci tostate e scorza di limone. Un vino bello, complesso e promettente, con un grande potenziale evolutivo.

Per un racconto ancora più approfondito della degustazione rimandiamo all’articolo di Rowena Dumlao Giardina sul suo blog “Apron & Sneakers”.